Auschwitz-Birkenau - "Viaggiando con me: Le mie avventure fotografiche"

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Auschwitz-Birkenau
Non più persone, ma numeri.
La domanda: «Ditemi, dov'era Dio, ad Auschwitz?». La risposta: «E l’uomo, dov'era?». (W.C.Styron)
Ci sono alcune foto di Auschwitz-Birkenau, sicuramente banali che mostrano i campi di concentramento come sono oggi. Niente foto in bianco-nero, niente effetti strani, ma la cruda realtà di quello che è rimasto. Mancano le persone, ma ad Auschwitz-Birkenau non c'erano persone, non c'erano esseri umani con nome e cognome, con un passato, e nemmeno un futuro; bensì numeri, numeri anonimi destinati a finire nelle camere a gas o, per risparmiare il gas, a morire soffocati e senza aria, chiusi e stipati in stanzoni in 1400-2000 alla volta. Oppure morti di stenti nei campi di lavoro, torturati, umiliati, fucilati, impiccati. Erano varie le esecuzioni, ben organizzate, come in una catena di montaggio.
Già, dov'erano gli uomini?
E dov'erano anche tutti quelli che sapevano, nonostante i nazisti facessero di tutto per nascondere, e facessero sparire i morti nei forni crematori?

L'ingresso ad Auschwitz. Dovete sapere che dietro la visita ad Auschwitz-Birkenau c'è un'ottima organizzazione che, dopo i controlli di sicurezza, vi consegnerà un paio di cuffie wireless che vi permetteranno di sentire i commenti della vostra guida anche a distanza, così da permettervi di vedere e ascoltare contemporaneamente senza per forza essere a ridosso del gruppo.
Passeggiare tra i viali silenziosi e i  casermoni di cui è piena Auschwitz dà la sensazione di essere dentro una enorme caserma abbandonata. Ma ben presto tutto cambia alla vista dei cartelli, delle garitte e del filo spinato.
Tanti casermoni, sembrano tutti uguali, ciascuno viene chiamato "blocco", ogni blocco è numerato, presto siamo arrivati al blocco 10 e 11...
Dalla primavera del '40 fino all'inizio del '42 i prigionieri erano quasi tutti politici polacchi, obbligati a lavorare in condizioni disumane fino alla morte. Dall'inizio del '42 si iniziarono a svuotare i ghetti e Auschwitz funzionò come campo di sterminio degli ebrei fino al novembre del 1944. Fin dall'occupazione della Polonia la polizia tedesca iniziò ad arrestare migliaia di polacchi colpevoli di reati pretestuosi, ben presto le carceri tedesche non riuscivano a trattenere tutti i prigionieri, ed ecco che nella primavera del '40 nella città polacca di Oswiecim, ribattezzata Auschwitz, i tedeschi cominciarono a organizzare un campo di concentramento per 15-20000 prigionieri politici, il campo consisteva in 20 caserme prebelliche polacche abbandonate.
Il blocco  10 e 11 era la prigione di Auschwitz ovvero il blocco della morte. Qui venivano puniti i tentativi di sabotaggio, i tentativi di  contattare i civili all'esterno, i tentativi di fuga o gli aiuti ai fuggitivi; puniti con la reclusione nel blocco 11. Qui si vede solo quello che è rimasto di una minuscola stanza dove venivano rinchiusi come topi i prigionieri. E qui i prigionieri venivano fatti morire di fame e sporadicamente impiccati. E' qui che sono state provate le prime uccisioni con il gas.
Vicino al blocco 11, vi è il muro della morte, luogo di fucilazioni.e impiccagioni. Ma anche luogo di punizioni: chi cercava di procurarsi cibo aggiuntivo o che lavorava poco o male, chi tentava di suicidarsi, veniva frustato pubblicamente, o appeso a dei pali con le mani legate dietro la schiena fino a svenire dal dolore. Ai lati si possono notare le finestre oscurate per nascondere le nefandezze che ivi avvenivano.
Un ufficio della Gestapo dove si svolgevano processi sommari.
Il lavatoio-spogliatoio dove le vittime dovevano prepararsi alle fucilazioni.
Il bunker dove ci sono le prigioni, celle di punizione e celle per morire di asfissia, nella cella 18 morì padre Massimiliano Kolbe.
Una camera a gas. I detenuti venivano spogliati e introdotti nel locale camuffato da spogliatoio. Donne e bambini, vecchi, disabili, malati, erano i soggetti che venivano condotti alle "docce". Per purificarvi, per allontanare il pericolo dei pidocchi… questo raccontavano le guardie ai condannati, in maniera che nessuno si ribellasse.
Uno dei fori dove veniva introdotto lo Zyklon B, un agente fumigante a base di acido cianidrico, altamente tossico, capace di uccidere una gran massa di persone in 20 minuti.
Il forno crematorio. In tutto erano quattro, gli altri tre a Birkenau, ma questi ultimi furono distrutti dai tedeschi prima della fuga. Dal '43 i locali di Auschwitz vennero adibiti a rifugi e vennero utilizzati gli altri tre di Birkenau perché erano molto più grandi e più efficienti.
I sonderkommandos.
Nelle camere a gas, ad attenderli trovavano quelli che Primo Levi definì i "corvi neri del crematorio": i sonderkommandos, unità speciali di ebrei istituite per collaborare con le SS in cambio di un trattamento di favore. Coloro che uscivano morti, tra le feci, le urine, il sangue, il vomito, con la pelle liquefatta, con il volto stravolto dalla morte, venivano presi in carico dai sonderkommandos, caricati in carriole o portati a mano, e trasportati verso i forni per la cremazione, perché di quel corpo non rimanesse più traccia, se non quello che veniva recuperato per essere riutilizzato, come denti in oro, capelli, protesi o dentiere.
Ad Auschwitz-Birkenau i forni erano 4, continuamente in funzione, e rilasciavano dai camini in mattoni, giorno e notte, un nauseabondo odore di carne bruciata. Il puzzo insopportabile arrivava fino ai paesi vicini.
I sonderkommandos, cioè gli ebrei incaricati di fare questo lavoro, venivano sostituiti spesso, nel giro di qualche mese, perché non potessero raccontare ciò che avevano visto. Essi non vivevano insieme agli altri prigionieri, ma stavano in una zona isolata del campo. Non sempre si riusciva a smaltire tutti i corpi, e dunque si scavavano delle fosse a cielo aperto con del fuoco ad ardere sul fondo, per bruciare più corpi possibile. Quando anche le camere a gas non riuscivano a smaltire i prigionieri, questi ultimi venivano portati sul bordo delle fosse ardenti e giustiziati sommariamente con un colpo di pistola e lasciati cadere fra le fiamme, a volte ancora vivi.
Barattoli utilizzati che contenevano il gas tossico Zyklon B.
Le tante valige dei deportati hanno i nomi dei proprietari. Questo succedeva perché i nazisti portavano via la gente dalle loro case prospettando loro un lavoro e una vita dignitosi. Dunque venivano invitati a portarsi appresso tutte le loro cose, insieme a tutta la famiglia. Nel frattempo, le case evacuate, servivano per alloggiare l'esercito tedesco. I deportati venivano caricati sui treni diretti ai vari campi di concentramento. Una volta arrivati a destinazione, anche dopo tre giorni di viaggio, i tedeschi ordinavano di lasciare tutte le loro cose per terra, rassicurandoli che avrebbero riavuto indietro le valige e gli oggetti grazie all'identificazione dei loro nomi. Il viaggio in treno insieme alla loro famiglia aveva anche l'effetto di tranquillizzare, in modo che si facessero coraggio l'uno con l'altro. In realtà, lo scopo dei nazisti era quello di portare via tutto a chi era arrivato lì per morire, e di tenerli calmi per evitare che capissero il loro destino e si ribellassero.
I prigionieri arrivati venivano spogliati dei loro averi e separati da quelli abili al lavoro e venivano consegnati a barbieri che provvedevano a raderli in tutto il corpo. Successivamente venivano vestiti con una uniforme con numero identificativo e un triangolo colorato in base all'etnia. Si doveva lavorare fino allo stremo per le industrie tedesche, gli oggetti confiscati classificati e inviati alle industrie tedesche per riutilizzarli per materiali utili alla guerra. C'è una stanza in cui è vietato fotografare in cui vi sono 2 tonnellate di capelli umani per fare imbottiture di materassi o lacci per scarpe. I blocchi erano freddi e senza letti, che avrebbero dovuto ospitare fino a 700 prigionieri ma che ne ospitavano 1200. Le stanze erano così sovraffollate tanto che i prigionieri potevano dormire solo sui fianchi. Le condizioni igieniche erano pessime, si lavavano una volta in un mese, molti erano infettati da pidocchi circolavano topi, scoppiavano diverse epidemie. A cui si aggiungeva la scarsa alimentazione, potevano mangiare tre volte al giorno: a colazione mezzo litro di caffè o tè, a pranzo un litro di zuppa e la sera 300 grammi di pane con salsiccia o formaggio, o un cucchiaio di marmellata. Dunque i prigionieri logorati dalle malattie e dagli stenti non più abili al lavoro venivano mandati nelle camere a gas.
Grandissime vetrine che custodiscono di tutto, pentole, occhiali, protesi di ogni tipo, montagne di scarpe, giocattoli. Oggetti quotidiani delle tante persone giustiziate.
Al blocco 6 sono raccolte le testimonianze fotografiche, alle pareti del corridoio lunghissime file di fotografie scattate ai deportati al loro arrivo, negli anni 1941-1943.
Birkenau si trova a 3 chilometri da  Auschwitz, ma a differenza di Auschwitz  è la vastità del territorio che colpisce. L'ingresso principale è attraversato da una lunga serie di binari che hanno portato fin qui i predestinati allo sterminio per mezzo di treni sovraffollati. Non è una scena di Schindler’s List, qui è tutto trememendamente reale.
Birkenau.
Heinrich Himmler, che si doveva occupare della eliminazione di tutti gli ebrei e zingari nelle retrovie del fronte russo, dovette affrontare il problema psicologico dei suoi soldati e della popolazione tedesca che avrebbero mal sopportato continue fucilazioni di grandi masse di popolazioni. Fu così che Himmler ebbe l'idea di evitare danni psichici e rimorsi, organizzando omicidi puliti e corretti, istituendo i campi di concentramento di cui non si doveva sapere nulla all'esterno. Nella primavera del '42  Birkenau fece parte integrante del campo di concentramento di Auschwitz che Himmler considerò idoneo per portare avanti la soluzione finale della questione ebrea. Birkenau arrivò a contenere più di 100.000 prigionieri e a Birkenau trovò la morte circa il 90% delle vittime del complesso di Auschwitz. Gli edifici di Birkenau erano peggiori di quelli di Auschwitz perché non erano preesistenti ed adattati, bensì costruiti da zero. Vennero costruite tante case di mattoni destinate a contenere 400 persone ciascuna, ma in realtà ne contennero molte di più. All'interno c'erano nicchie di tre livelli e ciascuna doveva contenere 4 persone, in realtà hanno dormito anche 12 persone nella stessa nicchia senza servizi igienici. Nascosti nella foresta c'erano i forni crematori e i campi di sterminio. Le caserme in mattoni furono costruite dai prigionieri di Auscwuitz. Successivamente il campo fu allargato e non essendoci più mattoni furono costruite in legno. Quelle in mattoni vennero riservate alle donne mentre quelle in legno agli uomini.
I medici delle SS erano formalmente responsabili del servizio medico per i prigionieri, ma in realtà hanno calpestato la loro etica medica firmando certificati di morte per cause fittizie e facendo esperimenti medici criminali sui prigionieri per conto delle case farmaceutiche tedesche. Normalmente i bambini ebrei venivano mandati direttamente nelle camere a gas perché non idonei al lavoro. Alcuni sottoposti ad esperimenti del dottor Mengele sul nanismo o sui gemelli che venivano poi uccisi con iniezioni di fenolo nel cuore e successivamente venivano fatte autopsie per effettuare analisi comparative agli organi dei due gemelli. Altri esperimenti furono fatti di sterilizzazione introducendo un irritante chimico nelle tube di fallopio delle donne o irradiando raggi x sui testicoli degli uomini o alle ovaie delle donne.
Questo è un esempio dei vagoni utilizzati dalle SS per trasportare i prigionieri, ogni vagone ne conteneva circa 80 e dovevano rimanere in piedi, mentre il viaggio durava uno o due tre giorni, senza mangiare, lavarsi, fare i bisogni. molti morivano durante il viaggio.
Arrivati nel piazzale i medici stabilivano quelli che erano idonei al lavoro e quelli no, questi ultimi venivano mandati direttamente nelle camere a gas. I prigionieri non idonei percorrevano la strada fino alle camere a gas credendo di andare a fare la doccia dopo il lungo viaggio in treno. I tedeschi in questa fase cercavano di essere sorridenti, gentili e cordiali per velocizzare il tutto e non farli insospettire, e infatti gli ebrei non immaginavano di andare incontro alla morte.
La vastità del territorio è impressionante e arriva fin dentro la foresta dove erano stati costruiti i forni crematori. Non si vedono molte costruzioni intere perché i tedeschi, prima di fuggire, fecero saltare quasi tutto per non lasciare tracce dei loro misfatti. Le baracche in legno furono smantellate e la legna trasportata in Germania per riutilizzarla. Qualcosa è però rimasto, perché l'avanzata alleata fu più veloce del previsto e i nazisti non fecero in tempo a cancellare tutto.
Dormitori.
Giacigli al posto di letti, ammassati, nessuno poteva vantare di avere un posto migliore o preferibile. Eppure, in molti lottavano per stare più in alto, perché c'erano le basi di legno e non in cemento e, non potendo andare in bagno, molti si facevano addosso con l'urina che colava nel giaciglio sottostante.  In inverno era freddissimo, il tetto offriva solo un riparo, su ogni lato lame d’aria gelida arrivavano dalle larghe fessure, oltre che dover combattere con i topi.
Gli ebrei venivano portati prima agli spogliatoi poi nelle camere a gas costruite nel sottosuolo per coprire le urla strazianti. I cadaveri venivano poi trasferiti nei forni crematori in superficie, in grado di bruciare circa 1400 corpi al giorno. A Birkenau le persone venivano uccise col gas fumigante a base di acido cianidrico.
Questa è una delle quattro camere a gas fatte saltare dai tedeschi. E' sotterranea, ogni camera era in grado di uccidere 2000 persone in circa 20 minuti, ma venivano usate una sola volta al giorno perché i forni crematori non riuscivano a bruciare più cadaveri. Alla fine hanno cominciato a bruciare i cadaveri anche all'aria aperta nella foresta, all'interno di fosse ardenti, per accelerare il tutto.
Nel '44 l'armata rossa si trovava a meno di 200 chilometri da Auschwitz, ed è in quel momento che i tedeschi iniziarono a fare saltare in aria le prove dei crimini di guerra commessi. Lo sterminio degli ebrei nelle camere a gas terminò nel novembre del '44.
L'evacuazione del campo.
Dal 17 al 21 gennaio del '45 ci furono le marce della morte. 6000 prigionieri vennero evacuati da Auschwitz e fatti marciare verso ovest, durante la marcia molti prigionieri furono fucilati perché esausti e non in grado di proseguire. L'armata rossa aprì le porte di Auschwitz il 27 gennaio del '45, il giorno conosciuto oggi come il giorno della memoria.Trovarono circa 7000 prigionieri.
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