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Napoli
Il rione Sanità, la rinascita di un quartiere
Napoli non è una città come le altre, qualsiasi turista lo capisce già al primo giorno di visita, dopo essersi calato in un ambiente caleidoscopico, con forti contrasti, dove il bello e il brutto non si alternano ma convivono, e che meravigliano. Chi passa dalle parti della piazza del Plebiscito, del Teatro San Carlo, della galleria Umberto, del lungomare, e successivamente passeggia per il centro storico di Napoli, visitando i vari quartieri affollatissimi di gente e di turisti, circondato da un traffico intenso e caotico, si accorge ben presto che Napoli non è solo una splendida città ricca di monumenti e di palazzi storici, ma è divisa in tanti quartieri, ciascuno con una sua particolarità, ed è vissuta da tante persone dalle abitudini più diverse, dedite alle più svariate occupazioni, anche le più estemporanee e varie, pur di campare. Dunque Napoli non è solo una città da "vedere", ma una città dove è d'obbligo immergersi, letteralmente.
Il quartiere Sanità non fa eccezione: è come una piccola città a sé stante, con le sue emozioni e il suo passato. Un passato che racconta che è stata sede delle catacombe di San Gennaro e San Gaudioso, proprio per questo fu chiamata "Sanità" perché ritenuta incontaminata e salubre, anche grazie a proprietà miracolose attribuite alla presenza delle tombe dei Santi. E' sin dall'epoca greco-romana che la Sanità era adibita a sacrario, a luogo di sepoltura, fino ad arrivare all'epoca paleocristiana. E accanto alle tre chiese di via Vergini, vicinissime una all'altra, c'è l'antico Palazzo dello Spagnolo e il Palazzo Sanfelice dove hanno abitato ricche famiglie nobiliari e borghesi. Famiglie che col passare del tempo, abbandonarono il quartiere che divenne sempre più popolare. Non possiamo evitare di visitare la sontuosa Basilica di Santa Maria alla Sanità, visibilissima dal ponte della Sanità, da cui è partita la voglia di riscatto dell'intero quartiere. E non possiamo dimenticare che proprio a Sanità è nato il famoso attore Antonio de Curtis, in arte Totò, a cui è stato dedicato un enorme murale insieme a Peppino de Filippo. E per chi ama i dolci, si ricorda che nel quartiere ha aperto una delle più famose pasticcerie di Napoli: la pasticceria Poppella. Insomma, un piccolo quartiere con una sua storia, una sua identità, e un futuro ancora da scrivere, che merita una visita approfondita.
Il rione Sanità sorge su una collina ed è facile imbattersi in scalinate e ripide discese come questa.
A testimonianza della rinascita del quartiere Sanità sono attive associazioni culturali che organizzano mostre che hanno come oggetto la pace tra i popoli e la grande capacità d'integrazione del rione.
Le edicole votive hanno una lunga storia e risalgono all'epoca greca, si trattava di piccoli tabernacoli dedicati agli Dei, nei quali i devoti erano soliti depositare degli omaggi alla divinità. A Napoli la tradizione si protrasse anche all'epoca romana dove le edicole erano spesso presenti anche dentro alle case, allo scopo proprio di venerare gli Dei per proteggere la propria famiglia. Questa usanza è sopravvissuta ancora oggi nelle edicole votive. In foto un tabernacolo in vico Lammatari nel quartiere sanità, dove un tempo la strada era occupata da botteghe artigiane di cui non c'è più traccia.
Non solo monumenti e murales, Napoli vanta dei piccoli tesori incassati nelle sue mura di tufo e pietra, che andrebbero inseriti nel proprio itinerario di viaggio: le edicole votive!
Il ponte della Sanità progettato nei primi anni dell’Ottocento da Giuseppe Bonaparte e poi Gioacchino Murat, aveva il compito di collegare la reggia di Capodimonte al resto della città, poiché le strade in salita e malandate erano un grosso ostacolo. Di fatto il ponte risolse il problema ma ha pure tagliato fuori dal resto di Napoli il rione, diventato una periferia al centro della città. Nonostante tutto, il quartiere ha conservato dentro di sé tutte le bellezze e i tesori delle catacombe, le sue stradine, i vicoli, gli affreschi, i mosaici, gli altari, i luoghi sacri, i palazzi nobiliari.
Il murale del ponte della Sanità, opera dello street artist Jerico Cabrera Carandang dal titolo "Tieneme ca’ te tengo", è solo uno dei tanti murales sparsi per il rione, grazie alla collaborazione dei suoi abitanti che hanno trasformato il quartiere in un immenso laboratorio culturale e sociale e di sperimentazione artistica. Il rione Sanità accoglie i più famosi artisti a livello mondiale aprendosi al cambiamento tuttora in atto.
Questo murale, dipinto sull’ascensore che dalla strada porta in cima al ponte, raffigura due ragazzi che si abbracciano e lancia uno dei più bei messaggi in assoluto: abbracciarsi per sostenersi e proteggersi.
Di Francisco Bosoletti, giovane artista argentino di street art che saliva sulla gru per portare a termine il suo bellissimo “Resis-tiamo”. Resis-tiamo è il primo murale in Italia realizzato su di una chiesa. I due giovani raffigurati stretti in un abbraccio, raccontano una storia vera di un ragazzo e una ragazza del quartiere che hanno superato una terribile malattia sorreggendosi l'uno con l'altro grazie alla forza dell'amore: il racconto di una vittoria e di un messaggio di speranza.
Il murale “Luce” è stato realizzato dallo street artist spagnolo Tono Cruz sulla parete di un edificio in piazza della Sanità, di fronte alla Basilica di Santa Maria della Sanità. Rappresenta un fascio di luce di forma tonda con all'interno i volti sorridenti e pieni di speranza dei bambini del Rione Sanità.
Qui c'è la casa di Antonio de Curtis, in arte Totò, personaggio con profondi legami con la città di Napoli e il suo quartiere storico: il Rione Sanità, dove l’attore nacque nel 1898. Girare per questo quartiere, attraversare le sue viuzze, scoprire gl'innumerevoli scorci, è come respirare la Napoli di Totò.
La casa di Totò, con un velo di tristezza.
La casa di Totò dov’è nato (a Napoli il 15 febbraio 1898), si trova in via Santa Maria Antesaecula, a pochi mesi di distanza dalla sua nascita, la famiglia si trasferì a pochi metri, andando ad abitare al secondo piano del civico 109 in quella che ancora oggi è riconosciuta come l’abitazione storica di Totò che ivi visse fino all'età di 23 anni, oggi di proprietà di un privato. Fa tristezza salire quelle scale con le mattonelle in rovina fino al secondo piano e accorgersi che l'appartamento è chiuso e abbandonato da tantissimi anni. Non c'è alcuna targhetta che indichi che quella è stata l'abitazione del grande artista. Eppure i napoletani, e in particolare il rione Sanità dove è nato, amano la figura di Totò e Totò ha sempre amato la sua gente. Verrebbe naturale pensare che quella casa diventi un museo dedicato al personaggio. Pare che invece se ne parli da decenni senza realizzare quel sogno.
L'androne della palazzina dove al secondo piano visse Totò. La palazzina è fatiscente così pure gli appartamenti sono molto modesti. Totò, essendo figlio illegittimo del principe Giuseppe De Curtis certamente avrà provato l’amarezza dovuta al rifiuto del padre nobile e fu cresciuto dalla madre da sola e molto giovane. Proprio per questo diceva: "Io sono Antonio, Totò è quello che mi dà da vivere".
Il Palazzo Sanfelice, progettato dall'architetto Fernando Sanfelice, che realizzò anche il Palazzo dello Spagnolo, ha un aspetto imponente, suggestivo, con giardino interno e incredibili scale. Purtroppo sono anche visibili segnali di decadenza. Qui sono stati girati diversi film e serie tv.
In Vico Misericordiella c’è un altro murale sulla parete di un vecchio edificio del Borgo Vergini, che rappresentano la Madonna e Gesù Bambino, quest’ultimo nell'atto di togliere i demoni dalla testa di un bambino. La cosa particolare è che i protagonisti hanno i tratti somatici afro a simboleggiare l’accoglienza e l’integrazione che contraddistinguono da sempre il Rione Sanità. L'opera ha il titolo in napoletano di “Nu ‘mescà e fantasmi cu ll’àngiule” ed è realizzata dallo street artist Simone, del Collettivo FX. L'opera è ispirata all'immagine della Madonna della Sanità, la più antica di Napoli trovata nella vicina chiesa di Santa Maria della Sanità (anche chiamata Chiesa di San Vincenzo).
La Basilica di Santa Maria della Sanità (o San Vincenzo alla Sanità) è stata costruita tra il 1602 e il 1610. Una caratteristica peculiare è la cupola con maioliche gialle e verdi realizzate da Gaetano Massa, ben visibile attraversando il ponte della Sanità.
La Basilica di Santa Maria della Sanità
La grande Basilica di Santa Maria della Sanità sorge nella piazza principale del Rione, è da qui che partì l'urbanizzazione del quartiere, che una volta ospitava la necropoli partenopea. Nota anche per essere dedicata al santo domenicano Vincenzo Ferrer, molto venerato Napoli, ed è stata progettata dal domenicano Fra' Giuseppe Nuvolo nel 1602-1613. Se vorrete, potrete visitare le catacombe di San Gaudioso accedendo dal retro del presbiterio della Basilica..
La facciata, con decorazioni in stucco degli inizi del Settecento, è affiancata da un alto campanile costruito tra 1612 e 1614. Esternamente colpisce la bella cupola rivestita di maioliche gialle e verdi, particolare anche per il suo disegno e tipica dell'artista che la progettò. Lo stile architettonico si ispira al barocco, con numerose curve, linee complesse, stucchi, sculture, opere pittoriche.
La facciata della Basilica è decorata con stucchi risalenti ai primi del Settecento ed è affiancata da un campanile molto alto che ha sul fronte un orologio in maiolica anch'esso realizzato nel Settecento.
La pianta della chiesa è a croce greca, con il presbiterio rialzato per inglobare la precedente basilica paleocristiana, da cui si accede alla catacomba. La chiesa è divisa in cinque navate: quella centrale è più ampia delle altre.
La statua di San Vincenzo Ferrer.
Numerose sono le tele che decorano il Duomo. Sull'altare si trova la grande tela raffigurante la Circoncisione, opera di Giovan Vincenzo da Forlì (1610).