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Asia > Istanbul approfondimenti
Due grandi cerchi in legno con sfondo nero e scritte gialle con la grafia ottomana appesi sulla parete interna della Basilica di Santa Sofia.

La Basilica di Santa Sofia

Santa Sofia, una moschea, un po' Basilica, un po' museo.

La Basilica di Santa Sofia (Ayasofya in turco, Hagia Sophia in greco) è uno dei monumenti più iconici al mondo, situata nel cuore di Istanbul, nel quartiere storico di Sultanahmet. È celebre per la sua storia complessa, la grandiosità architettonica e il significato religioso e culturale che ha assunto nei secoli. Santa Sofia è molto più di un edificio religioso: è un ponte tra civiltà, un capolavoro ingegneristico e un luogo che riflette oltre 1.500 anni di storia.
Una fontana con sullo sfondo la Basilica di Santa Sofia con i suoi minareti in quanto convertita in moschea.
Santa Sofia è circondata da quattro minareti aggiunti in epoca ottomana. La massiccia struttura, con contrafforti e cupolette laterali, manifesta i secoli di modifiche necessarie a sostenere la cupola principale.
L'interno grandioso della Basilica con cupole archi e colonne bizantine.

Importanti lavori di restauro a Santa Sofia

Lo spazio interno è vastissimo e luminoso, ricco di marmi policromi, colonne di provenienza imperiale e decorazioni sontuose. I famosi mosaici bizantini dorati (raffiguranti Cristo, la Vergine e gli imperatori) convivono con grandi calligrafie islamiche, rendendo l’ambiente un raro esempio di fusione artistica tra cristianesimo e islam.
Al momento della visita erano in corso degli imponenti interventi di restauro che si concentrano sulla cupola principale, l'elemento architettonico che più distingue Santa Sofia, per rinforzarla in caso di eventi sismici. I lavori alla cupola si effettuano dall'esterno, mentre sono previsti ulteriori protezioni dei mosaici interni. Come se non bastasse, anche il basamento corre dei seri pericoli perché è cavo e al di sotto, infatti ci sono cunicoli e gallerie fatiscenti anch'esse. A causa dei restauri, il pavimento in marmo pregiato è ricoperto da una sorta di moquette protettiva di colore verde.
Nonostante i lavori, nella moschea si può continuare a pregare, e i turisti possono entrare dal piano alto.
Una grande cupola centrale della Basilica con alla base 40 finestre ad arco che ne seguono la circonferenza

La cupola centrale

Quando entrate nella cattedrale e alzate lo sguardo, non potete fare a meno di restare incantati. La cupola centrale di Santa Sofia è l’elemento più iconico e stupefacente dell’intero edificio. Una struttura imponente che, nonostante i secoli e i terremoti, continua a dominare lo spazio con una leggerezza quasi mistica.
Costruita nel VI secolo, la cupola ha un diametro di 31 metri ed è posta a 55,6 metri da terra. Per l’epoca fu una rivoluzione architettonica: mai prima d’allora era stata costruita una cupola così grande su una pianta centrale.
Il segreto? I cosiddetti pennacchi: elementi architettonici a forma di triangolo sferico che collegano la base quadrata della cupola alla sua forma circolare, sorreggendola. Un sistema ingegnoso, inventato proprio per questa struttura, che ha influenzato generazioni di architetti, incluso Sinan, il celebre architetto ottomano. Su ciascuno dei quattro pennacchi si trovano raffigurati dei Serafini, creature celesti con sei ali, che simboleggiano la presenza divina. I pennacchi orientali mostrano mosaici bizantini originali del 1347, mentre quelli occidentali sono stati sostituiti da affreschi successivi.
Oggi, osservandola dal livello superiore, noterete 40 finestre ad arco che ne seguono la circonferenza. La luce che filtra da queste aperture crea l’illusione che la cupola sia sospesa nel vuoto. È un effetto voluto, pensato per stupire fedeli e visitatori fin dall’inizio. Come dicevano i bizantini: "pare sospesa come fosse sorretta dagli angeli".
Durante il periodo ottomano, proprio al centro della cupola venne inserito un elemento decorativo importantissimo: un versetto del Corano (Surah an-Nur, 24:35), scritto in calligrafia araba da Kazasker Mustafa Izzet Efendi, uno dei più celebri calligrafi del XIX secolo. Questo versetto parla della luce divina, un tema perfettamente in armonia con l’effetto visivo creato dalla cupola stessa.
Un mirhab in stile ottomano con iscrizioni coraniche intagliati sul marmo.

Mihrab e minbar

Dopo la conquista di Costantinopoli nel 1453, Santa Sofia cambiò volto. Da cattedrale bizantina divenne moschea imperiale ottomana, e fu l'inizio di una stratificazione di simboli e stili. Il mihrab e il minbar, insieme ad altri elementi come i giganteschi medaglioni calligrafici con i nomi di Allah e Maometto, mostrano la trasformazione di Santa Sofia da chiesa a moschea. Questi elementi islamici sono stati inseriti in un contesto architettonico originariamente cristiano, creando un dialogo unico tra le due religioni e culture,
Il mihrab è la nicchia semicircolare scavata nel muro che indica con precisione la qibla, cioè la direzione della Mecca verso cui i fedeli musulmani si rivolgono durante la preghiera. Il mihrab si trova proprio al centro dell’antico abside bizantino, ma in posizione leggermente spostata a destra, rispetto all’asse originale della basilica, proprio per allinearsi alla Mecca.
Questo non è un piccolo dettaglio, ma spiega come una trasformazione architettonica storica e religiosa possa avvenire senza cancellare il passato, bensì adattandola alle nuove esigenze religiose. Il mihrab è riccamente decorato con motivi geometrici e iscrizioni coraniche in stile ottomano, intagliati su marmo bianco. Accanto, si trovano due lampade in bronzo, dono del sultano Solimano il Magnifico, che un tempo venivano accese durante le funzioni.
Sulla destra, accanto al mihrab si erge il minbar, ovvero il pulpito rialzato da cui l’imam tiene la khutbah (predica) durante la preghiera del venerdì. Anche questo è un elemento tipico dell’architettura delle moschee. Il minbar di Santa Sofia è un capolavoro del XVI secolo, realizzato durante il regno del sultano Murad III. L'intricata lavorazione del legno e i motivi decorativi mostrano l'opulenza e la maestria degli artigiani ottomani. Il Minbar è un'aggiunta importante che rafforza il significato di Santa Sofia come moschea.
Mihrab e minbar non sono solo elementi funzionali: sono segni tangibili della spiritualità islamica, inseriti armoniosamente nel contesto architettonico originario della chiesa. Il contrasto tra la solennità bizantina dell’abside e la sobrietà islamica del mihrab crea un impatto visivo incredibile.
Il pulpito sorretto da quattro colonne bizantine nella Basilica di Santa Sofia.
Dalla Loggia Imperiale al secondo piano, immaginatevi come i sovrani bizantini potessero ammirare lo splendore spirituale di Santa Sofia da uno spazio elevato. La Loggia Imperiale presenta anche diversi arredi decorati sulla sua superficie e offre fantastiche viste della cupola e della navata centrale.
Un mosaico bizantino che raffigura Cristo in trono tra la Vergine Maria e Giovanni Battista, che viene mostrato mentre lo supplica di intercedere per l'umanità.
Il mosaico di Deesis. Quello della Deesis è probabilmente il più emozionante e risale al XIII secolo. Il Mosaico si trova nella parte meridionale della galleria di Santa Sofia. Raffigura Cristo in trono tra la Vergine Maria e Giovanni Battista, che viene mostrato mentre lo supplica di intercedere per l'umanità.

I mosaici bizantini

Se c’è una cosa che rende unica Santa Sofia, è la convivenza tra arte cristiana e architettura islamica. E il cuore visivo di questa fusione sono i mosaici bizantini.
Veri e propri capolavori sopravvissuti a incendi, terremoti, guerre e perfino all’iconoclastia, quel periodo in cui la rappresentazione delle figure sacre veniva proibita e distrutta.
Oggi potete ammirare i mosaici principalmente nella galleria superiore, lungo l’attuale percorso di visita. Molti di questi sono stati coperti con intonaco durante l’epoca ottomana, ma mai eliminati del tutto.
E questo ha permesso ai restauratori di riportarli alla luce nel corso dei secoli.
Mostra Cristo in trono su uno sfopndo dorato, affiancato dall’imperatrice Zoe e da uno dei suoi mariti (sostituito più volte nei secoli!). L’iscrizione sopra le teste racconta chi sono i protagonisti. È un esempio perfetto dell’uso dell’arte religiosa a fini dinastici.
Il mosaico dell’imperatrice Zoe. Un’opera che unisce politica e fede. Mostra Cristo in trono, affiancato dall’imperatrice Zoe e da uno dei suoi mariti (sostituito più volte nei secoli!). L’iscrizione sopra le teste racconta chi sono i protagonisti. È un esempio perfetto dell’uso dell’arte religiosa a fini dinastici.
Un altro mosaico bizantino mostra Giovanni II Comneno, sua moglie Irene, mentre offrono doni alla Vergine Maria con Gesù bambino. Anche questo si trova nella galleria superiore
Il mosaico dei Comneno. Realizzato tra il 1122 e il 1134, mostra Giovanni II Comneno, sua moglie Irene, mentre offrono doni alla Vergine Maria con Gesù bambino. Anche questo si trova nella galleria superiore.
Un mosaico nella semicupola dell'abside raffigura la Vergine Maria in trono con il Bambino Gesù in grembo. Essendo la Basilica usata come moschea, il mosaico è nascosto parzialmente da tre teli.

La Vergine nell’abside

Non potete perderlo. Questo mosaico si trova nella semicupola dell’abside, proprio sopra il mihrab ottomano. Raffigura la Vergine Maria in trono con il Bambino Gesù in grembo. Questo importante mosaico risale al IX secolo, dopo la fine del periodo dell'iconoclastia, e fu un simbolo del ripristino delle immagini sacre. Ai suoi lati, in un altro mosaico simile situato in una lunetta sopra l'ingresso all'interno, si trovano gli imperatori Costantino I e Giustiniano I, che offrono rispettivamente un modello della città e della basilica a Maria.
È uno dei simboli visivi più forti di tutta Santa Sofia.
Questi mosaici sono fatti principalmente di tessere in vetro colorato, spesso incorporate con sottilissime lamine d'oro e d'argento, disposte in modo da riflettere la luce per creare effetti luminosi straordinari. Oltre al vetro, vengono utilizzate anche tessere di pietra e altri materiali per comporre le immagini. composti da minuscoli pezzi di vetro colorato e foglia d’oro, sono tra le testimonianze più preziose dell’arte bizantina esistente al mondo.
E sono visibili solo dal percorso museale superiore, quindi assicurati di includerlo nella tua visita.
Sei grandi finestre a semiarchi con ai due lati due grandi medaglioni calligrafici ottomani.

I grandi medaglioni calligrafici

Appena varcate la navata principale di Santa Sofia, non potete ignorarli. I grandi medaglioni calligrafici di Santa Sofia a Istanbul sono capolavoro di arte calligrafica islamica. Sono otto giganteschi dischi circolari, con un diametro superiore ai sette metri, che adornano le gallerie superiori e furono aggiunti dopo la conversione della basilica in moschea nel periodo ottomano. Inseriti dall'ottomano Kazasker İzzed Effendi nel XIX secolo, presentano in lettere d'oro i nomi sacri dell'Islam: Allah, Maometto, dei primi quattro califfi (Abu Bakr, Umar, Uthman e Ali) e dei nipoti del Profeta, Hasan e Hussein.
La disposizione di questi nomi lungo i pilastri e le pareti della navata crea un perfetto equilibrio simbolico, fondendo il linguaggio sacro con l’architettura.
I medaglioni sono realizzati in legno di tiglio, un materiale leggero ma resistente, ideale per sostenere superfici così ampie. Nonostante le loro dimensioni monumentali, sembrano sospesi nel vuoto, in perfetta armonia con la leggerezza della cupola che sovrasta l’ambiente.
Questi medaglioni non fanno parte della Santa Sofia originale bizantina, ma oggi sono considerati inseparabili dal suo volto attuale. Sono il segno tangibile della trasformazione in moschea, ma anche della volontà di integrare e non cancellare il passato.
         
   
  
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