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Pieve di Cadore
Chiesa di Santa Maria Nascente
La si nota da lontano, salendo pian piano dalla Via Nazionale, e subito incuriosisce quella sua facciata con tante croci color rosa sparse qua e là. Un rosa che si ripropone anche nelle due semilunette in alto, a destra e sinistra, tutte bordate da gruppi di angioletti scolpiti solo con ali e viso. Un rosa che è ancora presente all'interno delle tante nicchie, sotto la lunetta centrale con il suo mosaico in cui si mostra la nascita di Maria, è decorata con dodici statue raffiguranti i Santi titolari delle chiese dipendenti dall’arcidiaconale. Da notare anche, in primo piano, altre tre statue che rappresentano le virtù teologali, la fede, la speranza, la carità.
All'interno, diversi dipinti tra cui una pala attribuita a Tiziano Vecellio, in cui lo stesso pittore si ritrae, a sinistra dietro San Tiziano. Al centro, la Madonna che allatta il bambino e un altro santo, Andrea: è l'unica opera dell'artista rimasta nella sua terra natale.

L'evoluzione politica e sociale di Pieve di Cadore si intreccia con la sua storia religiosa poiché per secoli la cittadina è stata sede del governo centrale di tutto il territorio e allo stesso tempo sede dell'arcidiaconato e dell'amministrazione ecclesiastica. Lo stesso nome della cittadina, Pieve di Cadore, è nato dalla funzione della sua antica chiesa, la Plebs Cadubri, primo edificio cristiano del territorio, eretto tra il IV e il V secolo d.C. L'esigenza di un nuovo edificio sacro nel capoluogo del Cadore si fece sentire intorno all'XI secolo; venne allora edificata la Chiesa arcidiaconale dedicata a Santa Maria Nascente. E' la madre di tutte le parrocchie del Cadore: fino al secolo XIV i sacerdoti della canonica di Pieve si recavano ad officiare fin nei più lontani villaggi ed a Pieve convenivano le popolazioni di tutto il Cadore per i riti più importanti. L'edificio attuale, progettato da Domenico Schiavi di Tolmezzo (secolo XVIII),

Nel presbiterio, in alto, tela raffigurante l'Ultima Cena di Cesare Vecellio (1521-1601), eseguita nel 1585 alcuni studiosi attribuiscono a Tiziano le teste di Gesù e di San Pietro.



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