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Museo Monte Arci
Il museo della Regione più antica d'Italia
Questo Museo Mineralogico e Paleontologico è stato allestito nel secentesco convento dei Frati Cappuccini di Masullas, come da tradizione, dal medievo in poi, dei religiosi nell'allestire musei e mostre nei monasteri e nei conventi, importante volano allo sviluppo culturale e scientifico europeo.
Il museo è dedicato al Monte Arci, ai suoi minerali e alle sue rocce, testimonianza di una storia geologica antica e complessa, raccontata per mezzo di ricostruzioni con modelli e immagini e, soprattutto, con l'esposizione di numerosi reperti. Si possono ammirare minerali e rocce di rara bellezza, fossili che raccontano forme di vita e ambienti esistiti nel passato in questo territorio, minerali fluorescenti e diorami, che riproducono con rigore scientifico l’attività del vulcano Arci. Si è ricostruita la storia più antica della Sardegna, fonte inesauribile delle bellezze naturalistiche e paesaggistiche che lasciano a bocca aperta turisti e visitatori. Ma anche grazie a questa origine geologica, i popoli nuragici hanno conosciuto l’ossidiana, il rame, l’argento, contribuendo all'evoluzione storica della Sardegna, così come la conosciamo.
Masullas, la Chiesa con a fianco l'ingresso all'ex convento dei Cappuccini che ospita il Geomuseo del Monte Arci.
La Sardegna è la regione più antica d'Italia. Insieme alla Corsica fa parte di un unico basamento di roccia che, dal punto di vista geologico, è molto simile a certe zone della penisola iberica (Meseta) e della Francia meridionale (Montagna Nera). Non è un caso, perchè la Sardegna e la Corsica erano saldate alla Francia e alla Spagna fino a 40 milioni di anni fa. Poi, in conseguenza di spostamenti della crosta terrestre dovuti allo sviluppo di una intensa attività vulcanica intorno al Mediterraneo, la Sardegna e la Corsica si staccarono dall'Europa continentale, ruotarono in senso antiorario verso il centro fino a raggiungere la posizione attuale.
E il territorio del Monte Arci, vicino al comune di Masullas, dove ha sede il museo geologico che porta il suo nome, visse 20 milioni di anni di sconvolgimenti del paesaggio, dal Pleistocene (tra 2,58 milioni e 11.700 anni fa) ad oggi, poi l'attività vulcanica si spense, e il mare, entro le cui acque si era formato questo rilievo basaltico, regredì. Man mano che il livello delle acque si abbassava, le sue cime, circondate da limitate barriere coralline, vennero esposte all'erosione che ne avrebbe ridotto l'altezza e scavato le sue valli, e con i suoi 30 chilometri di lunghezza e i suoi 7 di larghezza è il vulcano spento tra i più grandi della Sardegna e uno dei più complessi, mostrando agli studiosi una varietà unica di rocce e di particolari minerali. L'Ossidiana, ad esempio, che è un vetro vulcanico la cui formazione è dovuta al rapidissimo raffreddamento della lava, è un vetro naturale, del tutto simile a quello di produzione umana. Molto ricercata nell'antichità per la fabbricazione di strumenti taglienti (prevalentemente coltelli) è stata una delle merci che ha animato il commercio del Mediterraneo e sostenuto la vita economica dei luoghi di estrazione, come appunto la Sardegna.
la Via dei Fossili con una grande varietà di reperti che testimoniano la vita sottomarina miocenica della Marmilla
Gli echinidl, volgarmente chiamati, a seconda della forma esterna o della regione in cui si trovano, ricci di mare, patate di mare o dollari della sabbia, costituiscono un gruppo animale d'acqua marina tra i più antichi e diffusi nei mari del mondo. Questi organismi sono costituiti da un sottile scheletro formato da piastre allineate secondo uno schema caratteristico, che protegge al suo interno gli organi vitali, mentre verso l'esterno supporta centinaia o migliaia di spine e pedicelli che gli permettono di spostarsi, afferrare le prede e difendersi. Essi si sono evoluti, per adattarsi ai diversi ecosistemi, con forme assai diverse. Durante l'oligo-miocene, nel proto-mediterraneo occidentale, ebbero origine moltissime specie di echinidi tropicali. Quando il clima incominciò a deteriorarsi, i generi capaci di migrare, come clypeaster (si tratta di un progenitore dei ricci di mare), si diffusero verso est, nell'indo-pacifico; gli altri lentamente si estinsero, come parascutella (altra variante dei ricci di mare fossili). Durante le periodiche tempeste tropicali che dovevano avvenire lungo le coste della marmilla, intere popolazioni di clypeaster e parascutella venivano scaraventati sulle rive o sui bassi fondali sabbiosi, in cui morivano. Questi estesi ammassi, assieme a qualche valva di mollusco, risalenti a quei tempi, sono affiorati recentemente in diverse località della marmilla.
La Sala Flù dove al buio si possono vedere i minerali nei loro spettacolari colori fluorescenti.
la Sala Vulcanica che racconta attraverso un percorso multimediale il clima e la vita che caratterizzavano l’epoca miocenica attorno all’Arci, fulcro dell’esposizione una grande lastra di circa 6 mq di pesci fossili risalenti a 20 milioni di anni fa
La Sala dei Minerali in cui sono custoditi importanti reperti provenienti dall’area del Monte Arci, alcuni unici nel loro genere. In questa teca vari esempi di ossidiana.