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Italia > Pieve di Cadore approfondimenti

Pieve di Cadore

Casa natale di Tiziano Vecellio

Pieve  di Cadore, a pochi passi dalla chiesa arcidiaconale  e dal palazzo  della Magnifica Comunità, vedrete la residenza familiare dove nacque Tiziano Vecellio che, nonostante sia sfuggita alle devastazioni e alle guerre, ciò che si vede oggi è il risultato di interventi commissionati dalla Magnifica Comunità di Cadore, proprietaria dell'immobile, all'ingegnere G. Palatini, ed eseguiti nel 1928-30 con la demolizione della parte anteriore aggiunta, presumibilmente verso la fine del Settecento dai successivi proprietari, che aveva avuto l'effetto di nascondere la facciata originale e di snaturare l'antico impianto. Con l'intervento tornarono alla luce le antiche porte e fine­stre dell'edificio primitivo, aperture di dimensioni ridotte, peculiari di quel tempo.

Salita la ripida scala in legno, si accede al piano superiore, composto da cinque vani dove probabilmente Tiziano visse l’infanzia e, successivamente, dopo il suo trasferimento a Venezia, ogni volta che faceva ritorno in patria. Gli ambienti sono rustici, e particolare interessante è la cucina con un grande caminetto e la cappa: era l’unica stanza riscaldata della casa. Le pareti sono foderate di legno e il soffitto è a cassettoni.

Tiziano, uomo sano e fortunato.

"È stato Tiziano sanissimo e fortunato quant'alcun altro suo pari sia stato ancor mai e non ha mai avuto dai cieli se non favori e felicità''.
La figura di Tiziano Vecellio tratteggiata da Giorgio Vasari dopo che  lo  aveva  incontrato  è  efficace  sintesi  della  straordinaria vicenda umana di questo  gigante  della storia dell'Arte  di ogni tempo. Oggi l'edificio che lo vide partire giovanissimo per Venezia con il fratello Francesco per apprendere l'arte della pittura è una delle poche dimore di pittori rinascimentali arrivate a noi in condizioni di considerevole integrità: appare ordinato su due piani in muratura dalla planimetria irregolare, con ballatoi, scala esterna in legno e tetto a due falde con copertura  a scàndole (tavolette  di larice tipiche dell'architettura tradizionale  alpina). Al pianterreno  l'ampio  locale con particolare  pavimento in legno a tronchetti custodisce documentazione relativa al Pittore e alle vicende della casa e una riproduzione in scala del grande monumento  commemorativo  ospitato nella chiesa francesca­na dei Frari a Venezia.

La vita familiare dei Vecellio.

Tiziano nacque dal padre Gregorio e da Lucia in que­ste spesse mura tra il Quattro e il Cinquecento, insieme ad altri quattro fratelli: un maschio, Francesco, personaggio eclettico, anche lui stimato pittore, ma anche mercante di legname, con precedenti impegnative esperienze di servizio mi­litare nell'esercito veneziano e, quasi sicuramente, tre donne: Orsa (o Orsola), Caterina e Dorotea.
È noto che Tiziano  si stabifl definitivamente a Venezia e saltuariamente  ritornava in Cadore  per  curare  i propri interessi; Francesco,  dopo i trascorsi militari, rientrò definitivamente in patria: abitava, verosimilmente, la comune casa paterna; alla sua morte, avvenuta senza eredi a Pieve intorno al 1559-60, l'edificio rimase nella proprietà del Pittore. È altrettanto nota la
sua denuncia al Fisco veneziano nel 1566: ''...in Cadore mi atruovo una casa in la quale a bitava il quondam mio fratello mistra France­sco Vecellio, de la qual no cavo utilità alcuna''.
La casa quindi non era abitata, ma è probabile che avesse ac­colto Emanuel Amberger e Marco Vecellio quando, tra 1566 e 1568 erano stati impegnati nell'esecuzione della decorazione pittorica del coro dell'arcidiaconale di Santa Maria di Pieve, af­freschi realizzati su cartoni disegnati dallo stesso Tiziano. Così come doveva essere frequentata dal figlio Orazio che in Cadore sbrigava
affari per conto del padre o da Pomponio, l'altro figlio poi divenuto chierico, negli anni della giovinezza. Alla morte del Maestro passava in eredità a quest'ultimo, il quale pochi anni dopo lo alienava a Giovanni  Decesco di San Pietro (originario del Comelico), già proprietario del vicino edificio. Altri passaggi di proprietà e, nel XVIII secolo, la costruzione  di un avancorpo (successivamente  abbattuto).  Con  la dichiarazione  di  monu­mento nazionale (R.D. 17dicembre 1922), la definitiva acqui­sizione nel 1926 da parte della Magnifica Comunità di Cadore e i successivi interventi di restauro, la dimora fu inaugurata il 7 agosto 1932 e aperta al pubblico. Da allora il Cadore ha la responsabilità della custodia.

Pigmenti usati dagli artisti rinascimentali.

Modello del monumento a Tiziano nella Chiesa dei Frari a Venezia.

Busti di Francesco e di Orazio Vecellio. Legno di cimolo intagliato e verniciato di Valentino Panciera Besarel, 1863-1865.

Nel 2022 si celebra il centenario della dichiarazione di monumento nazionale della Casa natale di Tiziano Vecellio e per onorare questa ricorrenza la Magnifica Comunità di Cadore ha ottenuto un importante prestito dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, quello del dipinto Madonna della Misericordia, realizzato dalla Bottega di Tiziano (forse da Marco Vecellio) e custodito nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti. La tela, anche se concepita da Tiziano su precisa commissione di Guidobaldo II della Rovere, duca di Urbino, per la particolarità iconografica e il dettaglio dei volti, rimanda agli affetti originari. L'opera va collocata come uno degli ultimi lavori di Tiziano (1573-1574), prima della sua morte nel 1576.
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