Città proibita di Pechino e la porta Tienanmen - "Viaggiando con me: Le mie avventure fotografiche"

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Città proibita
Pechino
La Città Proibita

Costruita tra il 1406 e il 1420, di pianta rettangolare che si estende da Sud a Nord per 1000 metri  e larga 700, è circondata da mura alte 10 metri. L'enormità delle dimensioni, la bellezza dello stile, lo splendore dell'architettura ed il lusso dell'arredamento sono rari al mondo. “La città purpurea” consiste in 980 edifici legati alla simbologia astrologica cinese. Il nome della città infatti rimanda alla stella del Nord che nell’antica Cina veniva chiamata Ziwei,  viola appunto. Come la stella era la residenza dell’imperatore dei  cieli, così la Città Proibita lo era dell’imperatore terreno che aveva  la facoltà di impedire a chiunque di entrare o uscire dalla città. Richiese l’impiego dei materiali più preziosi dell’epoca, a partire dal legno Phoebe zhennan,  una qualità speciale prelevata nelle foreste della Cina meridionale e  utilizzata per la struttura e per le decorazioni degli edifici. E poi  tanto marmo, estratto dalle cave presenti nelle vicinanze di Pechino, e  soprattutto gli jīnzhuān, ovvero i prestigiosi mattoni dorati,  realizzati nella città di Suzhou e utilizzati per i pavimenti delle sale  più prestigiose dei palazzi imperiali. Il colore prediletto è rigorosamente giallo, e non a caso Il giallo, nell’antica cultura cinese, era infatti il colore dell’imperatore e della sua famiglia:  per questo tutti i tetti degli edifici, le decorazioni dei palazzi, i  pavimenti, sono realizzati con elementi tinteggiati di giallo.
Se le ceramiche e le porcellane della  dinastia Ming sono considerate tra gli oggetti più ambiti dai  collezionisti di mezzo mondo, ancora non tutti sanno quanti metri  quadrati di ceramica monocroma siano presenti sopra i tetti della città  proibita di Pechino. Anche a loro, almeno in parte, spetta il compito di  vigilare sulla città, ma soprattutto di raccontare la storia di una  cultura tanto ricca quanto antica e misteriosa.

Città Proibita: superata la prima delle quattro porte, quella "di Mezzogiorno", appare un grande spiazzo dove l'imperatore annunciava il nuovo calendario lunare durante il solstizio d'inverno. Lo spiazzo è attraversato da un corso d'acqua artificiale, superato il quale, attraverso il Ponte del Torrente Dorato, si arriva alla Porta della Suprema Armonia.
Sullo sfondo, la Porta della Suprema Armonia, un varco che porterà alla vista del palazzo più maestoso dell'intero complesso. Una splendida coppia di leoni bronzei fa ala ai gradini. Splendide le travature del sottotetto in blu, verde e oro decorate con draghi e fenici. Imponenti le colonne in legno in laurocanforo.
La Sala della Suprema Armonia è il centro della Città Proibita, ospitando fra l’altro il trono dorato imperiale e costituendo l’edificio più splendido del complesso. Posta a nord di un piazzale ampio 30.000 mq, la struttura si erge su una terrazza di pietra banca alta 8 metri, con un’altezza di quasi 40 metri, risultando la maggiore del complesso.
La Sala della suprema armonia è anche un esempio delle capacità ingegneristiche dei cinesi, ad esempio, la terrazza di pietra bianca su cui posa la Sala, rende l'edificio ancora più maestoso e stupendo, ma nel contempo ha funzioni anti­ umidità. Le strutture per lo scolo dell'acqua della terrazza utilizzano la forma della testa del drago senza corna, con più di 10.000 di queste teste sui tre piani della terrazza. e quando piove l'acqua vi scorre attraverso, come se da un gruppo di draghi zampillasse dell'acqua, creando uno spettacolo impressionante.
Nella città imperiale si nota tanto marmo, estratto dalle cave presenti nelle vicinanze di Pechino. Nel retro della Sala dell’Armonia Protetta, in mezzo alla scalinata centrale che scende dalla terrazza, si trova la più grande pietra scolpita della Città Proibita; è un blocco unico di marmo bianco di Pechino. Questo monolito è lungo di 16,57 m., largo 3,07 m. e spesso di 1,7 m. con un peso totale di 250 tonnellate, raffgura nuvole e draghi. Per trasportare un masso di pietra così enorme, i maestri cinesi approfittarono del gelido inverno scavando poi numerosi pozzi e prepararono una via ghiacciata sulla quale fecero scivolare questo enorme blocco, proveniente dalla cava di Fangshan, a 50 Km. da Pechino fino alla Città Proibita, dove è stato lavorato il monolito.
Nella cultura cinese, il drago rappresenta l’autorità imperiale e l’imperatore è chiamato “figlio del vero drago”, quindi la decorazione interna della Sala della suprema armonia utilizza in gran quantità la figura del drago, con circa 13.000 immagini.
Il trono all'interno del Palazzo della Suprema Armonia.
Tutte le costruzioni hanno tetti in ceramica giallo-oro (colore riservato all'imperatore) eccetto i templi che le hanno verdi (colore riservato appunto ai templi). Ogni tetto della Città Proibita è costituito in larga parte proprio da ceramica: linee di displuvio, linee di gronda e le stesse linee di colmo sono infatti rivestite da particolari “coppi” in ceramica di forma circolare che segnano la sagoma del tetto e contribuiscono a dar vita a vere e proprie opere d’arte, arricchite dalla presenza di icone religiose. Il numero di queste figure, statuette religiose, testimonia l’importanza di ogni palazzo: da tre a cinque statue sacre vigilano sui palazzi minori, mentre dieci di esse proteggono il Palazzo della Suprema Armonia, a conferma del prestigio e dell’importanza di questa struttura. I filamenti che si vedono sul tetto servono per proteggere la struttura dai fulmini, giacchè è già successo in passato che un incendio distrusse l'edificio, poi ricostruito.
In ogni cortile si trovano delle grandi giare di rame, in tutto 308, che contenevano tutto l'anno dell'acqua per spegnere gli incendi. D'inverno del personale apposito accendeva del fuoco al di sotto per mantendere tiepida l'acqua, affinchè non gelasse.
Sullo sfondo, il Palazzo della Purezza Celeste, il luogo in cui gli imperatori dormivano.
L'ultima parte della Città Proibita è costituita dai giardini imperiali. Vi sono sculture di roccia, tra cui la Collina dell'Eleganza Accumulata (Dui Xiu Shan), con in cima un piccolo tempio. Le colline di roccia sono state modellate usando materiali di risulta della costruzione della Città Imperiale. L'imperatore e le sue concubine erano soliti salirci ogni nono giorno del nono mese lunare. Nell'antica Cina le quantità di sculture e la grandezza dei giardini rocciosi erano sinonimo di potenza e ricchezza.

             
       
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